Lo scorso 15 marzo la Camera ha evaso, con approvazione all’unanimità, il testo del disegno di legge denominato “Statuto delle Imprese”. Il d.d.l., firmato da circa 150 deputati di tutti gli schieramenti, fa seguito agli inviti formulati dall’Europa agli Stati membri affinchè favoriscano lo sviluppo economico e migliorino il contesto sociale tramite la creaazione di un substrato legislativo favorevole alle piccole imprese.
Da notare la rarità di tali eventi bipartisan, con i tempi che corrono, nonchè la rivoluzione culturale sottesa al provvedimento adottato, soprattutto in tematiche fonti di antiche divisioni.
Paiono (finalmente) superati vecchi retaggi che vedevano l’impresa – a seconda dei punti di vista – come ente da spremere, da combattere, comunque una entità con a capo un soggetto (l’imprenditore) di cui quantomeno diffidare.
Alla radice dello Statuto c’è, invece, l’impresa come fonte di benessere e crescita per l’intera realtà sociale in cui opera, l’imprenditore come il soggetto che si sobbarca l’onere di rischiare un talento, anche per conto altrui.
Lo Statuto mira in particolare a valorizzare il ruolo delle Pmi con l’applicazione concreta nella normativa italiana dei principi europei dello Small Business Act. Una notizia buona, specie in un contesto economico che vede le Pmi portatrici dei maggiori oneri, anche sociali, della crisi.
Come riporta il suo primo articolo, lo Statuto mira “al riconoscimento del contributo fondamentale delle imprese alla crescita dell’occupazione e alla prosperità economica” e “a promuovere la costruzione di un quadro normativo, nonché di un contesto sociale e culturale volto a favorire lo sviluppo delle imprese anche di carattere familiare”.
Tra i tanti temi specifici trattati nel provvedimento, vale la pena di segnalare una migliore tutela delle Pmi nei grandi appalti pubblici, attraverso l’introduzione del principio della suddivisione in lotti per consentire anche alle piccole imprese di partecipare alle gare, e una maggiore trasparenza relativamente agli adempimenti amministrativi richiesti alle imprese, attraverso la pubblicazione e l’aggiornamento da parte delle Camere di Commercio delle norme e dei requisiti minimi per l’esercizio di ciascuna tipologia di attività d’impresa. Particolarmente importante è anche la proposta di istituire una apposita Commissione parlamentare con compiti di indirizzo e controllo sull’attuazione degli accordi internazionali e della legislazione relativi alle micro, piccole e medie imprese.
Con l’auspicio che il testo non subisca, nel corso del suo iter, ulteriori modifiche che ne snaturino la portata, attenderemo di verificare la concreta attuazione dei principi in esso contenuti, una volta approvato.